AciSport intervista Simone Faggioli
Abbiamo rivolto alcune domande a Simone Faggioli, il Campione Italiano Assoluto Velocità Montagna, che sulla Norma M20 FC Zytek nel 2020 ha conquistato il suo 14° titolo italiano che si aggiunge agli 11 europei. Faggioli nel tricolore 2020 ha vinto le Svolte di Popoli, la Alghero Scala Piccada, la Cividale – Castelmonte e la Monte Erice, in tutte le gare vinte ha firmato il nuovo record del percorso.
La Federazione da un lato e gli organizzatori dall’altro hanno mostrato sicuramente competenza, professionalità e tenacia, a giugno ti aspettavi che il Campionato prendesse una forma tanto precisa?
“Sicuramente occorre ringraziare la Federazione, che ha attuato un protocollo ben studiato in modo da mettere in sicurezza tutte le gare, tutti gli organizzatori che con coraggio e competenza si sono messi in gioco. Oltre agli Enti e le Autorità, come Prefetti, Sindaci, Forze dell’Ordine e tutti coloro che hanno reso possibile lo svolgimento delle gare. E’ stato un campionato di ottimo livello in cui ci siamo divertititi fino alla fine”
Una stagione difficile nella quale comunque il Campionato Italiano si è disputato, puoi riassumerla dal tuo punto di vista?
“Un anno molto particolare. Questo virus ha cambiato la vita di tante persone e abbiamo trascorso mesi molto brutti e tutt’ora ci troviamo in un periodo di grande incertezza. La base rimane la salute. Prendere il via del Campionato in completa sicurezza, grazie ai protocolli attuati è stato importante, poi è stata una provvisoria sensazione di liberazione e di ritorno alla normalità. Era importante che si riprendesse, dietro a questo sport vi è un indotto notevole”.
Quale gara è stata per te decisiva?
“La gara che mi ha cambiato la stagione è stata le Svolte di Popoli. Ero consapevole di essere competitivo grazie alle gomme Pirelli che garantiscono molta stabilità soprattutto nelle gare più lunghe. Per tutta la squadra è stata la prima vittoria, dopo la quale non ci siamo più fermati. Però la gara più importante è stata la Cividale – Castelmonte, una competizione che certamente non mi vedeva favorito, erano ben 10 anni che non vi partecipavo. Arrivare a Cividale ed essere competitivo su un tracciato molto difficile, soprattutto in condizioni impegnative anche per le condizioni meteo, è stato un segno evidente che eravamo a posto con la macchina, col lavoro d’assetto e pneumatici ed anche con la testa, quindi, la direzione era quella giusta. Da lì siamo poi rimasti in testa al Campionato”.
In quale gara hai avuto i maggiori dubbi sulla vittoria finale?
“I dubbi sulla vittoria finale li ho avuti ad ogni gara. Quando combatti a livelli decisamente alti e per di più contro un avversario competitivo come Christian Merli non puoi essere mai tranquillo finché non vedi la classifica finale. I dubbi per la vittoria li ho sempre avuti. L’importante è non aver perso mai la concentrazione, soprattutto dopo le due sconfitte nelle prime due gare, lì siamo rimasti concentrati sul lavoro da fare e siamo riusciti a recuperare”.
Cosa ti è mancato di più in questa stagione?
“Ciò che mi è mancato di più in questa stagione è il pubblico. Nelle cronoscalate viviamo di pubblico, per noi è importantissimo condividere con il pubblico le nostre gare, vedere la gente sugli spalti e intorno alle macchina al paddock. Per noi è fondamentale. Speriamo che la gente torni presto a vederci sul campo”.
Cosa hai apprezzato maggiormente in questa stagione?
“Di questa stagione ho particolarmente apprezzato il lavoro degli organizzatori. Quelli che si sono messi in gioco e sono riusciti ad organizzare le gare. Occorre fare loro un applauso, perché al di la di ogni protocollo e delle regole, andavano incontro a grossi rischi per via della mancanza di pubblico e per la diminuzione degli iscritti, a fronte dei costi in aumento per via della prevenzione anti covid. Grande coraggio di chi si è messo in gioco”.
Se fossi costretto ad una alternativa, al posto della tua macchina quale sceglieresti?
“Non lo so neanche io cosa sceglierei. Sono sempre stato un pilota pronto a mettersi in gioco a collaudare ed approcciare nuove avventure. Ho fatto diversi cambiamenti nella mia carriera, con gli pneumatici e con le auto. Siamo passati da Marangoni a Pirelli, da Osella a Norma, quindi quello non mi preoccupa. Certamente se dovessi cambiare auto sono consapevole che dovrei mettermi al lavoro con calma e cercare di essere rapidamente competitivo”.
14 titoli italiani sono un record impensabile, ancora di più se uniti agli 11 europei, potresti essere appagato, invece cerchi sempre nuovi successi, quale energia ti spinge?
“Se ci penso 14 titoli sono tantissimi, è qualcosa di incredibile. Non voglio pensarci, perché voglio rimanere concentrato, mi piace ancora tanto questo sport e mi piace tanto l’ambiente della montagna, l’ambiente della velocità in salita in Italia ed in Europa. Ho ancora molta passione e mi piace mettermi in gioco e quando lo faccio desidero farlo con la massima concentrazione. Ho una squadra che mi stimola tanto, quest’anno siamo arrivati terzi con Diego Degasperi sull’Osella FA 30, altra vettura del nostro team, quindi, ulteriore soddisfazione. Da questo cerchiamo di trovare le motivazioni per fare meglio tutti gli anni”.
In che direzione guardi per il 2021?
“Non penso che ci siano cambiamenti radicali nel 2021. Siamo già a dicembre, per cui c’è davvero poco tempo. Occorre gestire al massimo quello che abbiamo cercando di sbagliare il meno possibile ed essere pronti per una nuova stagione. Sperando che si possa correre con più tranquillità e questo maledetto virus sia destinato a sparire”.