Bottura primo nelle storiche e Tacchini terzo in Racing Start nella Trento Bondone della Speed Motor
TRENTO – Bis di Adolfo Bottura fra le storiche, podio per Mario Tacchini nella Racing Start e ritiro, causa incidente, per Michele Fattorini. Bilancio positivo con una punta finale di amaro per i piloti della Speed Motor alla 69esima edizione della Trento-Bondone, settimo appuntamento del campionato italiano di velocità in montagna 2019 (con validità anche per il trofeo di specialità) e unica tappa “nostrana” dell’europeo. Un’autentica maratona di giornata sui 17 chilometri e 300 metri dell’impegnativo tracciato (il più lungo di tutto il continente), iniziata alle 10 e terminata poco dopo le 18, con temporale e grandine che hanno costretto gli organizzatori a una sospensione di oltre un’ora e con il risultato agonistico inevitabilmente condizionato dai capricci del tempo. Dicevamo in apertura dello sfortunato Michele Fattorini, partito che erano quasi le 18 con le gomme slick per tentare di far risultato, nonostante il fondo stradale non si fosse ancora asciugato per intero; la sua avventura in gara, dopo il quinto responso nelle prove ufficiali in 9’57”25, è terminata nella parte iniziale della salita, con l’Osella Fa 30 che ha strisciato contro un guard-rail, ponendo subito fine anche alla speranza di rientrare quantomeno nella “top ten”, un traguardo che – visto il contesto generale venutosi a creare – sarebbe stato da considerare persino eccellente. Per fortuna, danni limitati alla vettura. Bene fra le turismo Mario Tacchini: il baldo 74enne di Bergamo, al volante della Mini John Cooper Works, ha conquistato il terzo posto assoluto in Racing Start e il secondo nella classe 1.6 della turbo. Addirittura primo al termine delle prove del sabato, anche a causa di noie al manicotto del turbo che avevano penalizzato il suo avversario di classe, Giovanni Angelini, Tacchini è riuscito a migliorare di oltre 4” e mezzo la sua prestazione, coprendo la distanza in 12’32”22, ma Angelini e Alessandro Leidi su Honda Civic Type R hanno sensibilmente abbassato i rispettivi tempi, con il primo che – una volta risolto l’inconveniente – ha limato di 45”. Soddisfatto comunque Tacchini: “A parte qualche problema con le gomme e un errore nel cambio di marcia commesso proprio all’arrivo – ha dichiarato – la vettura ha risposto bene e il piazzamento ottenuto è gratificante, se soltanto pensiamo che sono riuscito a tener dietro piloti del calibro di Magdalone e Loconte”.
Passando alle storiche, seconda impresa consecutiva di Adolfo Bottura, peraltro beniamino di casa, che appone così un’altra firma nell’albo d’oro della Trento-Bondone e si porta di nuovo a casa il trofeo intitolato al grande Muro Nesti. Le uniche ma sostanziali differenze con il 2018 riguardano la vettura e il verdetto del cronometro: se lo scorso anno aveva dominato con la March 712M di Formula Due in 11’14”74, stavolta ha condotto in cima l’Osella Pa 9/90 (anno 1984 e motore Bmw M12) in 11’05”53, impiegando oltre 9” in meno e lasciandone quasi 10 – 9”74 per l’esattezza – all’altra Osella Pa 9/90 di Piero Lottini. “Mi sto adattando sempre più a una macchina che è rimasta originale, senza cioè alcuna modifica – ha commentato Bottura – e che in prova mi aveva dato qualche preoccupazione a causa dei freni, mentre in gara abbiamo fatto la giusta scelta di gomme ed è uscito un tempo davvero buono. Semmai, l’Osella era un tantino “grassa” a livello di carburazione; sono partito leggermente abbottonato, per poi spingere forte nel tratto centrale del percorso – dove in pratica mi sono costruito la vittoria – e amministrare nella parte finale, temendo che i freni mi potessero giocare qualche altro scherzetto. Vincere in casa procura sempre un piacere particolare”.