Angelo Marino su Lola si conferma il migliore della Speed Motor alla Rieti Terminillo
RIETI – Fuori dal podio e seconda nella classifica della coppa per scuderie, nonostante i tre piloti entrati nella “top ten”. Un bilancio comunque meno amaro di quanto si possa immaginare per la Speed Motor in una 56esima edizione della Rieti-Terminillo (e 54esima Coppa Bruno Carotti) condizionata da maltempo e nebbia nella parte finale del tracciato, al punto tale da far scendere la linea del traguardo all’altezza del secondo intermedio, per una lunghezza ridotta da 13 chilometri e 450 metri a 8 chilometri e 50 metri, coperti sempre in manche unica. La cronoscalata – lo ricordiamo – era valevole quale ottava tappa del campionato italiano di velocità in montagna 2019 e anche come prova del trofeo nazionale di specialità. Angelo Marino, trionfatore nel 2018, ha degnamente tenuto alto il nome suo e del team eugubino al volante della Lola B99/50 con il quarto posto assoluto in 3’11”43, che significa anche leadership nel gruppo E2-SS. “Sono complessivamente contento dell’intero fine settimana, per quanto non al 100% – ha commentato il conduttore salernitano – perché è vero che il tracciato era in qualche punto bagnato, ma è anche vero che la scelta ottimale era quella delle gomme intermedie e io avevo gli pneumatici da pioggia. Certamente, con il fondo asciutto al 100% sarebbe stata un’altra cosa, però per la prima volta mi sono ritrovato a guidare su un tracciato insidioso e l’auto ha risposto senza dubbio bene”.
Sesto posto – e secondo di classe nella 1600 del gruppo E2-SC – per il sardo Sergio Farris su Osella Pa 2000 Evo; il tempo impiegato, 3’18”03, lo soddisfa in parte per le scelte fatte, anche se lui mette in evidenza l’aspetto positivo: “Ha avuto ragione chi ha azzardato con le slick – concetto rimarcato anche da Farris – ma d’altronde si è messo di nuovo a piovere pochi minuti prima che partissi e nella parte alta il tracciato era umido, per cui ho montato le rain. Alla luce di tutto, comunque, dico che non è andata male!”.
È nono invece Michele Fattorini su Osella Fa 30 in 3’21”67: un responso, questo, non all’altezza della sua caratura anche se, a livello di punti nella graduatoria del campionato, gli diventa importante il secondo piazzamento ottenuto in E2-SS e in classe 3000 alle spalle di Marino: “Due gare le ho saltate e in altrettante mi sono ritirato a causa di piccoli incidenti – ha dichiarato il 29enne umbro – per cui stavolta, con le slick che avevo su un asfalto in qualche punto bagnato, ho deciso innanzitutto di non rischiare e di portare in cima la vettura. Insomma, per una volta ho dato più peso ai calcoli”. Nel gruppo N, inusuale scivolone al quinto posto nella classe 1600 per Vincenzo Ottaviani su Citroen Saxo, che ferma il cronometro a 4’24”19. C’è tuttavia una spiegazione: “Dopo la salita di Ascoli Piceno – ha detto il pescarese – il motore ha accusato un calo di potenza con la perdita di un chilo di coppia. La gara di Rieti ha purtroppo confermato quelle che erano le nostre sensazioni: più andavo e più peggioravo. Non è possibile accusare 3 secondi a ogni intermedio, ragion per cui dovremo ora lavorare sul motore. Questo problema, assieme alle gomme da bagnato, spiega il ritardo di 20 e più secondi da me accusato nei confronti di chi con le slick ha vinto la classe e meritatamente (non lo nego!), affermando però che per il sottoscritto sarebbe “normale” beccare un simile distacco sul bagnato. Direi che non sta proprio così!”. Dulcis in fundo, il trionfo di Adolfo Bottura fra le storiche con l’Osella Pa 9/90, appena sotto il tetto dei 4 minuti: 3’59”91. “C’era l’incognita delle gomme – ha premesso il pilota trentino – e io ho optato per quelle da bagnato. Quando siamo partiti noi, si poteva osare anche con le slick: comunque sia, ero nella condizione di gestire la gara, sfruttando bene la situazione sul dritto. Dopo quello alla Trento-Bondone, è arrivato un altro assoluto nella seconda gara più lunga d’Italia. Ed è sempre un qualcosa di gratificante”.