Da Zanche scala il podio al 45° Trofeo Vallecamonica
Malegno (BS) – Il ritorno di Lucio Da Zanche alle cronoscalate dopo cinque stagioni supera le più rosee aspettative, con tanto di podio di categoria e vittoria di classe nell’impegnativo 45° Trofeo Vallecamonica, prova del Trofeo Italiano Velocità Montagna (TIVM) e della Coppa Internazionale FIA disputata tra Malegno e Borno e caratterizzata pure dalla pioggia nella salita finale. Campione a tempo pieno nei rally, dove nel 2014 si è laureato campione europeo rally storici, il pilota valtellinese è tornato in azione in una corsa in salita guidando per la prima volta l’Osella PA2000 motorizzata Honda. Sulla biposto di gruppo E2B curata dal Team Faggioli e gommata Avon il driver di Bormio ha impreziosito questo “debuttobis” nelle cronoscalate migliorando ogni volta che ha affrontato l’impegnativo tracciato di 8,59 chilometri della Malegno-Ossimo-Borno. Nel sabato di prove ufficiali Da Zanche ha fermato il cronometro sul tempo di 4’18”95 e poi di 4’12”57. “In scioltezza, senza prendere inutili rischi”, ha commentato il pilota valtellinese alla sera. Domenica in gara Lucio si è reso protagonista di una bella prestazione nella prima salita, quando sull’asfalto ancora asciutto ha posto le basi dell’ottimo risultato finale settando il crono di 4’08”64. Poi la pioggia e gara-2 in 5’11”85, per un totale di 9’20”49, undicesimo crono assoluto che piazza il pilota valtellinese in terza posizione di gruppo E2B e in prima di classe 2000, battendo la concorrenza straniera dei driver della Repubblica Ceca Jiri Svoboda e Petr Trnka. Da Zanche commenta così il rientro in salita e la prova bresciana: “Questa sorta di debutto-bis, tra l’altro in un evento che rappresenta un po’ la cronoscalata di casa, è stata la scelta giusta in una stagione in cui non viviamo assilli di campionato, viste soprattutto le questioni professionali legate alle attività di famiglia. Mi sono divertito e ho scoperto, anche se non del tutto a fondo, un prototipo bello da guidare e competitivo. All’inizio ho dovuto prendere confidenza con le misure e con il tracciato, poi, sempre con cura, ho potuto spingere di più sull’acceleratore, capendo ancora meglio quanto più generoso possa ulteriormente essere questo motore. Resto dell’idea che il mio stile di guida si adatti meglio a un propulsore da 3000cc, ma al rientro su un nuovo prototipo dopo cinque anni sono davvero soddisfatto della progressione dimostrata nelle prestazioni e dei risultati ottenuti senza nemmeno cercarli. E ho ritrovato un circus, quello delle salite, sempre appassionato. In più non è mancata una prova sotto l’acqua, ulteriore variabile con cui fare i conti, i più complicati. Ma anche qui alla fine ce la siamo cavata facendo un po’ di esperienza, anche se è un peccato perché potevamo ancora migliorare. Ora torneremo a concentrarci sul mondo dei rally”.