Fia Hill Climb Masters 2021, che sbornia!
E’ stata proprio così, una sbornia, da stordirti per quanto sia stata esaltante e eccitante da tutti i punti di vista.
Certo la manifestazione non è stata esente da pecche, ma alla fine, tutto è passato in secondo ordine rispetto allo spettacolo offerto dai piloti in gara che non si sono per nulla risparmiati.
L’evento, cominciato da giovedì 7 con le verifiche è proseguito venerdì 8 con la parata e la presentazione di tutte le squadre partecipanti, (a proposito, menzione particolare per lo Sloveno Aleš Prek unico partecipante per la sua nazione e all’Italia per il maggior numero di piloti iscritti: ben 23!) ha visto sfilare i migliori piloti europei della specialità.
Le pecche cominciano il sabato con i problemi al paddock che la FIA ha voluto specificatamente in alto dopo l’arrivo, contrariamente a quanto avviene nella gara con validità europea.
Grandi ritardi nella partenza delle prove che poi si sono ripercossi sulla effettuazione della 3ª manche di ricognizione, sospesa a poco meno di 40 macchine dalla fine a causa del buio che ne rendeva troppo pericosa l’effettuazione.
Soluzione immediata con le vetture restanti che hanno completato le loro prove alla domenica mattina.
Forse a correggere l’errore fatto il sabato, la domenica i piloti venivano fatti incolonnare in discesa molto tempo prima con diverse lamentele dovute al troppo tempo morto che i driver dovevano sopportare.
La gara è stata esaltante con lotte a suon di centesimi tra tre piloti: Christian Merli, Geoffrey Schatz e Simone Faggioli. Alla fine, e contrariamente alle previsioni l’ha spuntata Merli con un tempo di poco superiore all’1’02 che non è stato più battuto, neanche dal tanto atteso Schatz con la sua mostruosa Norma Turbo.
Alle spalle lo spettacolo non è stato da meno con gli inglesi Alex Summers e Wallace Menzies e le loro Formula di gruppo Open in grande evidenza.
Tricolore in bella evidenza sia nel gruppo E2-SS (con Merli) che nel gruppo E2-SC (con Faggioli) e nel gruppo CN (con Capucci).
Il tutto si è concluso con la cerimonia di premiazione effettuata appena sotto la scalinata del Santuario de Nossa Senhora do Sameiro.
Bella per carità, ma dopo una manifestazione del genere, non dare il giusto risalto alla classifica assoluta (per altro regolarmente stilata dalla stessa FIA) mi è sembrata una enorme pecca dal punto di vista regolamentare.
Da appassionato, non poter vedere insieme i 3 piloti che se le sono (sportivamente) suonate di santa ragione è stato come un coitus interruptus che ti lascia, come minimo, interdetto.
Nello stesso modo, dare risalto (con tanto di champagne sul podio e tripudio generale dei francesi) ad una classifica a squadre che ha il sapore di contentino e viene stilata in base alla regolarità (altro tipo di specialità motoristica lontana dalle salite), è definibile nella stessa maniera in cui Fantozzi definì la corazzata Potëmkin.
Al termine della kermesse unanime il parere dei piloti italiani, capitanati da Fiorenzo Dalmeri, sulle sensazioni provate: bello ed emozionante. Per qualcuno fino quasi alle lacrime.
Adesso sotto con la caccia all’organizzazione del prossimo Masters.