Fortune alterne per i piloti Speed Motor alla Cronoscalata della Castellana
Gioie e amarezze per i piloti della Speed Motor impegnati a Orvieto. Michele Fattorini si ritira in gara 2 dopo il nono posto assoluto in gara 1 e allora la palma del migliore alla 49esima edizione della Cronoscalata della Castellana di Orvieto, finale del Trofeo Italiano di Velocità in Montagna 2022, va a Damiano Manni su Fiat Mygale M09, anche se grande protagonista è stato il giovane Alessandro Picchi, primo in Racing Start, mentre Angelo Marino realizza una straordinaria “doppietta” di annata.
Procediamo con ordine: Damiano Manni è stato il più veloce, entrando nella “top ten” con il nono posto, che è anche il secondo di gruppo nella E2-SS e il primo nella classe 2000. Il tuderte si è reso artefice di due salite pressochè identiche sui 6190 metri del percorso, fermando il cronometro a 3’11”15 in gara 1 e a 3’11”86 in gara 2, per un totale di 6’23”01. Una domenica importante, per lui. “Direi che è stata una giornata stra-positiva – ha commentato un soddisfatto Manni – perché cullavo il desiderio di classificarmi fra i primi dieci, ma sapevo anche che non era facile. Ho spinto al massimo in entrambe le manche, con due tempi vicinissimi, ma in gara 2 non vi erano margini di miglioramento da sfruttare, anche perché il filler sull’asfalto aveva un po’ sporcato il fondo stradale. Mi hanno fatto molto piacere i complimenti che ho ricevuto da più parti per come sono andato”.
Dicevamo di Michele Fattorini, molto atteso in una gara di casa che ha vinto per ben quattro volte; con la Wolf GB08 Thunder di cilindrata 1100, il pilota di Porano mirava a un piazzamento fra i primi dieci e in effetti al termine di gara 1 – come già ricordato – era nono assoluto, secondo fra le monoposto formula e primo di classe. Poi in gara 2… “E’ finita dopo un chilometro e mezzo dal via – ha dichiarato Fattorini – perché il cambio, che mi aveva dato problemi fin dalle prove si è rotto per bene e a quel punto mi sono dovuto fermare per motivi di forza maggiore”. L’esatto contrario, nella classe 1400 sempre della E2-SS, è avvenuto sul conto di Luca Giovannoni: ritirato in gara 1 per l’acqua che andava nella centralina della sua Radical Sr4 Suzuki, è riuscito a sistemare l’inconveniente e a disputare gara 2, con il tempo di 3’21”12 che però non gli ha permesso di entrare nella classifica generale. Delusione anche per Gianni Urbani: il veterano della scuderia, al volante dell’Osella Pa 21 S, era davanti a tutti dopo la salita del mattino in 3’12”61 e l’assoluto in CN era ipotecato, non fosse stato per quanto successo in gara 2. “Al contrario di ciò è stato scritto – ha precisato Urbani – mi sono ritirato per la rottura del motore. Dopo un paio di chilometri, ho sentito un rumore diverso da quello abituale e ho avvertito il calo di potenza”. Passando alle vetture turismo, nella Racing Start Plus Turbo Cup 2 il dominatore del campionato, Angelo Marino su Seat Cupra Leon, è finito alle spalle del forte Denny Zardo su Hyundai I30.
Il salernitano ha fatto registrare 3’32”73 e 3’32”32, per un aggregato di 7’05”05 che gli vale il secondo posto. “Non è andata come era nei miei auspici – ha detto Marino – perché sabato in prova ho sbattuto il posteriore dell’auto contro un muro e quindi abbiamo dovuto cambiare il braccio, ma l’assetto non era allineato bene, quindi il set up non era ideale. Abbiamo allora cercato di risolvere il problema e in mattinata ho avuto tante difficoltà nel portare sopra la macchina. Comunque sia, c’è l’immensa soddisfazione per aver aggiunto il titolo del Tivm a quello del Civm, anche se ciò è avvenuto in modo diverso da quello che volevo. Resta però per me una bella stagione, con due allori portati a casa”. Secondo posto fra le aspirate per Gianluca De Masi su Bmw 318: lo spezzino era in testa davanti alla Renault Clio Cup di Gabriele Giardini con il tempo di 3’54”18, poi c’è stata la prodezza del marchigiano in gara 2, mentre De Masi ha peggiorato di quasi un secondo (3’55”12) e questo lo ha fatto scendere dal gradino più alto alla piazza d’onore. Davvero una promessa della specialità si sta rivelando il 20enne Alessandro Picchi, vincitore della Racing Start con la sua Peugeot 308 nella classe 1.6 turbo.
L’eugubino ha sopravanzato anche Oronzo Montanaro con il 3’57”96 del mattino e il 3’58”69 nel pomeriggio, per un totale di 7’56”65, inviando a tutti un preciso messaggio in vista della prossima stagione. “Era la prima volta che mi cimentavo nella Castellana – ha spiegato Picchi – ma mi sono trovato subito bene: il tracciato mi piace tanto e ho avuto ottime sensazioni fin dal sabato, nonostante l’errore commesso nella prima prova, poi nella seconda avevo già stabilito il miglior tempo. Ho capito che avevamo i margini necessari per poter vincere: riuscire a stabilire tempi più bassi di quelli di Montanaro, pilota che merita tanto di cappello, è stata davvero una bella impresa”. Nell’affollata classe 1.4, sempre della Racing Start, quinto posto per Samuele Pazzaglia su Rover Zr 105, determinato dai responsi di 4’28”80 e 4’26”27, che nella somma dei tempi fa 8’55”07. Non è partito Lodovico Manni: la rottura del cambio nella prima sessione delle prove ufficiali ha messo subito fuori gioco la sua Renault Clio Rs nella classe 2.0. Ottima seconda posizione (e prima in classe 1600) nella Produzione di Serie per Vincenzo Ottaviani, che ha rispolverato per l’occasione la Citroen Saxo: 3’56”02 e 3’54”98 i suoi tempi, con un globale di 7’51”00 superiore di 4”21 solo alla Renault Clio Rs di Marco Ulivi. Infine Lanfranco Pastorelli, unico portacolori della Speed Motor fra le storiche, che mastica di nuovo amaro: con la sua Fiat Giannini 650 Np, classe 700, era primo dell’intero II Raggruppamento in 4’23”75. Purtroppo, ogni ambizione è sparita in gara 2 con il ritiro. “Si è strappato un filo della corrente a metà percorso – ha spiegato Pastorelli – e sono molto dispiaciuto, perché mi è costato quasi certamente un assoluto di raggruppamento. La gara di Orvieto è bella, ma rischio di non tornarci perché anche l’anno scorso ebbi problemi meccanici sullo stesso punto del percorso: insomma, non mi dice bene”.