Stefano Crespi chiude con orgoglio una delle edizioni più difficili della Trento-Bondone
Anche per Stefano Crespi l’edizione numero 70 della celebre cronoscalata Trento-Bondone, disputata nel weekend appena trascorso, resterà nella storia come una delle gare più imprevedibili e difficili della sua lunga carriera nelle gare in salita.
Arrivato a Trento desideroso di ben figurare in quella che sulla carta considera di fatto come la sua gara di casa, il pilota milanese ha subito lavorato con dedizioni per il perfezionamento del set-up della sua Wolf GB08 Thunder gommata Pirelli, per consentire alla sport prototipo spinta dal motore 1150cc di esprimersi al meglio lungo gli oltre 17 chilometri del tracciato trentino. Nell’unica prova disputata al sabato, le condizioni meteo asciutte hanno permesso di lavorare con gli pneumatici slick, condizione che poi si è rivelata completamente opposta a quella della manche di gara.
Domenica infatti, le condizioni meteo sono peggiorate e alla luce anche di una lunga interruzione, la gara delle sport prototipo è partita nel tardo pomeriggio. Crespi ha ovviamente montato le gomme rain ed ha poi affrontato con determinazione e coraggio un’ascesa di livello tecnico davvero importante. La conoscenza del percorso è stata per lui la chiave, dato che le condizioni di scarsa visibilità e la nebbia hanno implicato un’incedere più attento che in una situazione normale. Al termine, il pilota del team Historika Motorsport ha chiuso con una bella affermazione di classe anche se l’obiettivo di abbassare il proprio best time al Bondone è ovviamente rimasto da raggiungere in attesa della prossima edizione asciutta.
Stefano Crespi:
“Senza dubbio l’edizione più estrema che io abbia mai disputato alla Trento-Bondone. La pioggia e le nuvole basse hanno dato alla gara quel sapore epico che solo la velocità montagna è in grado di garantire. Raggiungere il traguardo è stata una grande soddisfazione, in questi casi il tempo viene in un secondo momento, tanto con la pioggia sapevo fin dalla partenza che non sarei riuscito ad andare sotto al mio migliore riferimento. Era fondamentale salire senza commettere errori, c’era tanta acqua e il rischio di un testacoda piuttosto concreto, ma le gomme hanno lavorato bene e alla fine è arrivata anche l’affermazione di classe, un buon risultato viste le premesse molto difficili”.