Super Gravina show alla Coppa Sila
CAMIGLIATELLO (CS) – Una giornata trionfale, memorabile, commovente. Un traguardo attraversato con gli occhi inondati dalle lacrime di commozione, dopo mesi e mesi segnati da infinite traversie tecniche che da poco sono diventati finalmente luce, grazie ad un nuovo preparatore. Davide Gravina aveva segnato già dei record nella sua carriera, non ultimo quello nell’ adorata crono Santo Stefano-Gambarie, ma sentiva sempre parlare della bellezza ed anche della difficoltà intrinseca, della celebre Coppa Sila. Gli aneddoti a ripetizione su questa storica salita cosentina, aumentavano in lui la curiosità di misurarsi con una grande classica del motorismo europeo su strada. Mercoledì prima della gara arrivava così in Sila, memorizzava per un paio di giorni la strada nelle sue fattezze fondamentali e poi ripassava il tutto con Andrea Currenti accanto, campione che gli dava degli input fondamentali per migliorare la sua resa nella veloce crono del bosco più grande d’Europa.
Domenica, Davide Gravina ha poi capitalizzato al meglio questo suo doppio livello di apprendimento, staccando un favoloso 6.19 di mezzo che abbassava di ben sei secondi il primato precedente. Un gran bel viaggiare, soprattutto e soprattutto per uno che era alla sua prima in assoluto alla Coppa Sila. Le sue lacrime all’arrivo, degne di una struggente pellicola di Rocky Balboa, contenevano l’ansia, la frustrazione, la felicità, la concentrazione e la carica agonistica insieme, per tanto tempo represse da quella paura che qualcosa non andasse, diventata mesta compagna di viaggio di Gravina nella scorsa annata, prima che decidesse di cambiare direzione tecnica. Da qualche tempo invece tutto è tornato a girare nel verso giusto e col nuovo preparatore motoristico ed elettronico Antonio Crisafulli, la vicinanza di suo fratello Paolo, dell’amico Salvatore D’Angelo e di Andrea Currenti (con lui in foto), Davide Gravina è riuscito a sprigionare il suo talento e si è portato a casa un doppio risultato storico nella crono forse più difficile del continente, segnando un fuorigiri di felicità nello specialissimo contagiri delle emozioni.
Nella vita serve crederci, sempre.