Una Subida al bacio per la grinta di Migliuolo
Ancora non è guarita del tutto la Mitsubishi Lancer Evo IX, nonostante le cure certosine erogate anche la scorsa settimana dopo lo stress della Rampa lusitana. Ma di rimbalzo dal satellite via Trento sono arrivati i consigli giusti ad Arriondas in Spagna e il Phoenix Racing Team ci ha messo tanta sana praticità in campo gara. Risultato? La belva ferita ha tirato fuori gli artigli azzannando il catrame della 50ª Subida al Fito.
Al volante, ovviamente, uno stralunato Antonino Migliuolo, poche ore di sonno e un carico di rabbia da scaricare sul piede destro. Però che soddisfazione! Primo di Gruppo 3 (race 1 in 3’08’’562 scartata, race 2 in 3’01’’822, race 3 in 2’58’’578, totale 6’00’’400), terzo di Categoria 1, 13° assoluto comprendendo anche i prototipi sovralimentati. Il Campionato Europeo che finalmente ritrova O’Play tra i candidati al titolo delle auto coperte, archiviando le delusioni (però con podio) in Francia e in Portogallo. Lui spiega così: “Nelle prove di sabato era chiaro che ci serviva maggiore potenza, ma non c’era verso di sfruttare l’elettronica, con la macchina che “imbrattava” (dizionario Migliuolo, ndr).
Allora mi sono fidato dell’intuizione di Marco Recla e abbiamo inserito dei getti nei tubini della turbina. In questo modo non è stato possibile regolare il flusso d’aria, ma siamo riusciti a farne passare di più aumentando la resa del motore. Il resto, modestamente, ce l’ho messo io andando a razzo e in progressione nella sequenza delle manche di gara, sfruttando le condizioni umide d’inizio prova. Dove gli altri hanno alzato il piede, io ho tenuto giù staccando i rivali diretti e le uniche due macchine più veloci di Categoria 1 sono stati dei missili da oltre 800 cavalli”. Ieri il rientro a casa dopo tante giornate all’estero ringraziando Paolo, fido compagno di avventure in salita e autista instancabile di “Pasqualino”, il camion che trasporta un carico di ruggenti emozioni.